Negli ultimi anni, simboli religiosi e riferimenti spirituali hanno invaso il mondo del merchandising e della cultura pop. Non si tratta più solo di souvenir da pellegrinaggio o oggetti liturgici: oggi le candele votive portano il volto di Beyoncé, le T-shirt raffigurano Gesù come supereroe, e i Buddha diventano complementi d’arredo minimal. Una nuova estetica del sacro – ibridata con l’ironia, la moda e l’autonarrazione – si è fatta spazio negli scaffali dei concept store e nei feed dei social. Ma cosa significa davvero?
Candele con Beyoncé e Bowie: nuova forma di culto?
Uno dei fenomeni più curiosi è quello delle candele votive in stile cattolico, con le immagini di star come David Bowie, Rihanna, Frida Kahlo, Dolly Parton o Prince. Nate come trovata ironica da artisti indipendenti, sono diventate oggetti di culto – in senso quasi letterale – tanto da essere vendute su Etsy, Amazon e persino in alcuni musei d’arte contemporanea.
In molti casi sono comprate per scherzo, ma per altri rappresentano icone moderne in cui riporre fiducia o ispirazione. Figure “divine” della cultura pop che, attraverso un’estetica religiosa, vengono elevate a simboli salvifici o spirituali. Non è blasfemia: è il segno di una fede nuova, non istituzionale, costruita su altri miti.
Moda e spiritualità: crocifissi fashion e simboli rubati
Nel mondo della moda, l’uso di simboli religiosi non è certo una novità. Stilisti come Jean Paul Gaultier, Dolce & Gabbana o Givenchy hanno più volte portato in passerella crocifissi, aureole, vesti sacre e riferimenti liturgici. Il sacro si fonde con l’estetica, spesso con risultati visivamente potenti ma concettualmente controversi.
Anche nel fast fashion si trovano capi con simboli buddisti, cristiani, ebraici o induisti, spesso privi di contesto. Questo ha generato accuse di appropriazione culturale: prendere qualcosa di sacro, svuotarlo del suo significato e trasformarlo in un prodotto vendibile. Una dinamica che mette in discussione il rapporto tra rispetto, arte e mercato.
Arte contemporanea: tra critica e provocazione
Nel panorama artistico, il rapporto tra religione e cultura pop si fa ancora più complesso. Artisti come Maurizio Cattelan (famoso per la scultura del Papa colpito da un meteorite) o Andres Serrano (con la controversa foto “Piss Christ”) usano l’iconografia religiosa per provocare, criticare o riflettere sul potere della Chiesa.
In altri casi, soprattutto negli Stati Uniti o in America Latina, il sacro pop diventa strumento identitario: per esempio, nella cultura chicana, la figura della Madonna si fonde con quella della madre, della musa, dell’attivista. Il risultato è un linguaggio ibrido che trasforma la religione in atto creativo e politico.
Spiritualità da scaffale: fede su misura?
Oltre l’ironia e la moda, c’è un trend più profondo: la crescita di una spiritualità personalizzata, che pesca dal cristianesimo, dallo yoga, dalla meditazione orientale e dalla cultura pop. Un mix sincretico che si riflette negli oggetti quotidiani: Buddha accanto alla pianta grassa, rosari appesi in auto, candele con le popstar accese “per ispirazione”.
Non si tratta sempre di superficialità: per molti è un modo per riconnettersi con un senso del sacro individuale, libero da dogmi, più estetico che teologico. Una spiritualità da scaffale, certo, ma anche una risposta al bisogno di senso in una società iperconnessa e frammentata.
Conclusione: tra fede e fenomeno pop
Il merchandising religioso pop racconta molto del nostro tempo: un’epoca dove il confine tra sacro e profano è sempre più poroso. C’è chi lo considera una banalizzazione della fede e chi lo vede come un modo nuovo – magari imperfetto, ma sincero – di cercare significati più profondi attraverso i linguaggi della cultura pop.
Forse non siamo davanti alla fine della religione, ma alla sua trasformazione culturale. In un mondo dove le icone sono fluide e le spiritualità si personalizzano, anche una candela con Beyoncé può essere, in fondo, una forma di preghiera.
Ascolta il nostro podcast sulle mille manifestazioni del sacro
Se l’argomento ti incuriosisce, ascolta il nostro podcast: “Teopop – I mille volti del sacro“, con David Sarrocco.
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In copertina: immagine generata con IA.