Vivere online… ma essere davvero noi stessi?
Ti è mai capitato di pensare che, sui social, tutti sembrano avere una vita più interessante della tua? Come se ogni giorno fosse pieno di avventure, selfie perfetti e risate con amici bellissimi. Ma poi ti guardi attorno e ti chiedi: “Ma sono io che mi sto perdendo qualcosa?”
La verità è che sui social ognuno sceglie cosa mostrare. È un po’ come quando inviti un amico a casa e sistemi la tua stanza in fretta per non far vedere il disordine. Online funziona allo stesso modo: mostriamo solo ciò che vogliamo far vedere. Ma… cosa succede alla parte di noi che resta nascosta?
L’identità: qualcosa che cambia
Secondo la psicologia sociale, l’identità non è qualcosa di fisso o semplice. Non è solo dire “Mi chiamo Luca e mi piace la musica”. È un mix tra chi siamo davvero, chi vorremmo essere e chi gli altri pensano che siamo.
Per esempio: a scuola magari sei quello timido, ma nei videogiochi online sei super sicuro di te. Su Instagram cerchi di essere simpatico, ma dentro di te ti senti insicuro. Tutte queste parti fanno parte di te, e non vuol dire che siano false. Ma a volte diventano così diverse tra loro che ti fanno sentire confuso.
I social ci danno la possibilità di mostrarci come vogliamo. E questo può essere positivo: ci fa sentire più liberi di esprimere lati di noi che magari nella vita reale nascondiamo. Ma può diventare anche una trappola.
Quando iniziamo a piacere più “online” che nella realtà
Ci sono momenti in cui ci rendiamo conto che iniziamo a preferire la “versione online” di noi stessi. Quella con più filtri, quella che riceve like, quella che sembra sempre a posto. E magari iniziamo a misurare il nostro valore in base a quanti follower abbiamo, o se un post ha avuto successo o meno.
Il problema è che, anche se online sembriamo sicuri e felici, dentro possiamo sentirci vuoti, ansiosi o stanchi di dover “recitare” sempre una parte. E non è colpa nostra: viviamo in un mondo in cui l’apparenza conta tantissimo, soprattutto tra gli adolescenti. È normale voler piacere. Ma se per piacere agli altri iniziamo a non piacere più a noi stessi, c’è qualcosa da rivedere.
Tornare a guardarci allo specchio
Una buona idea può essere prendersi dei momenti per chiedersi: “Mi sto mostrando per come sono davvero?” oppure “Mi sto nascondendo dietro a una versione di me che penso gli altri vogliano vedere?”
Non serve sparire dai social o sentirsi sbagliati. Basta ogni tanto fermarsi e ascoltarsi. Anche scrivere un pensiero, tenere un diario, fare qualcosa che ci piace senza condividerlo.
È bello sapere che possiamo essere apprezzati per come siamo, non solo per come appariamo.
Un messaggio per te
Forse ti starai chiedendo: “Ma allora chi sono davvero?”
La risposta è che sei in costruzione, ed è perfettamente normale. L’identità non è una cosa che si trova una volta per tutte: cambia, cresce, si modifica man mano che tu cresci. L’importante è ricordarti che non devi essere perfetto, ma autentico.
Non sei solo se ti senti confuso. Non sei sbagliato se ti senti diverso da quello che mostri. E non devi avere tutto chiaro subito. Fa tutto parte del viaggio.
E se ti va… comincia con una piccola domanda:
“Chi sono, quando nessuno mi guarda?”
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In copertina: Foto di Karsten Winegeart su Unsplash