Hai mai pensato che la vita possa essere affrontata con più leggerezza, spirito zen e una ciabatta ai piedi? Se sì, potresti già essere un Dudeista senza saperlo.

Il Dudeismo è una filosofia di vita — o, per i più audaci, una vera e propria religione — ispirata al personaggio di Jeffrey Lebowski, alias The Dude, protagonista del cult dei fratelli Coen Il Grande Lebowski (1998), interpretato da Jeff Bridges. Ma attenzione: dietro la sua apparente assurdità si nasconde una visione del mondo sorprendentemente coerente.

La nascita del movimento

Il Dudeismo nasce ufficialmente nel 2005, fondato da Oliver Benjamin, giornalista e scrittore americano (nato probabilmente in California, anche se la sua biografia ufficiale è volutamente vaga e informale, in linea con lo stile del movimento). Prima di diventare il Guru del Dudeismo, Benjamin ha lavorato in vari ambiti creativi: è stato copywriter, fotografo e redattore freelance. Appassionato di filosofia, cultura pop e religioni orientali, ha sempre mostrato interesse per le forme non convenzionali di pensiero e spiritualità.

L’idea di fondare una nuova “religione” gli venne durante un viaggio in Thailandia nel 2005. Mentre si trovava a Chiang Mai, dopo aver rivisto Il Grande Lebowski, fu colpito da un’intuizione quasi mistica: quel personaggio trasandato e apparentemente apatico, The Dude, incarnava valori autentici, una saggezza antica mascherata da pigra indifferenza.

Benjamin racconta di aver percepito un vuoto culturale e spirituale nel mondo occidentale contemporaneo: troppo stress, troppa rigidità, troppe aspettative. In The Dude vide un’alternativa: una via di mezzo tra il Taoismo, lo Zen, e una rilassata forma di anarchia esistenziale.

Poco dopo, fondò la Church of the Latter-Day Dude, con tanto di dogmi (pochi), testi sacri (tipo il Tao of the Dude), e un sistema di “ordinazione” online. Infatti, il sito ufficiale del movimento (dudeism.com) offre persino la possibilità di diventare “sacerdoti” dudeisti con un click — un’operazione altamente simbolica, nella sua semplicità. Per dire: una volta diventato “prete”, in alcuni Stati USA puoi persino celebrare matrimoni legalmente.

La mossa di Benjamin fu tanto ironica quanto intelligente: riuscì a creare una filosofia accessibile, non aggressiva, basata sull’ironia e sull’accettazione. Un’anti-religione che, proprio perché non pretendeva nulla, ha attirato moltissime persone in cerca di senso (ma con voglia di leggerezza). Benjamin stesso si autodefinisce “Dude Spiritual Leader” e, con ironia e saggezza, promuove i valori del rilassamento, della tolleranza e del vivere e lasciar vivere.

Il logo del Dudeismo.

Una religione vera o una presa in giro?

Una delle domande più frequenti è: “Ma chi ci crede davvero?”
La risposta è… complicata.

Il Dudeismo è sia una parodia delle religioni organizzate che una vera e propria proposta filosofica. Non a caso, molti dei suoi seguaci (oggi si contano oltre 600.000 adepti in tutto il mondo) lo abbracciano con un misto di ironia e sincerità. È un approccio alla vita che prende spunto dal Taoismo, dallo Stoicismo, dall’Epicureismo, ma con il linguaggio di un film cult e la pigrizia come valore fondamentale.
In fondo, come dice il Dude: “Take it easy, man.”

Il pubblico dudeista è variegato: dai fan hardcore del film ai liberi pensatori stanchi delle religioni tradizionali, fino a chi cerca un messaggio anticonformista in un mondo stressato e iper-performante. La comunità è inclusiva, apolitica, e orientata alla non violenza, al buon senso e — ovviamente — al White Russian come bevanda sacra.

Qualche curiosità sul Dudeismo:

  • Il Tao of the Dude è il manifesto spirituale della filosofia, mentre il film Il Grande Lebowski ne è considerato “la Bibbia”.
  • Ogni anno, il 6 marzo (giorno d’uscita del film) si celebra il Day of the Dude, con feste, proiezioni e relax collettivo.
  • Il motto (non ufficiale) del movimento: “Il Dudeismo non è solo una religione… è anche solo una scusa per prendere tutto con filosofia.”

Il Dudeismo oggi: filosofia pop o culto contemporaneo?

Nel 2025, il Dudeismo continua ad attirare curiosità. Non si tratta tanto di credere in un dogma, ma di adottare un atteggiamento: meno stress, meno ego, più comprensione. In un’epoca di ansie digitali, performance sociali e burnout, forse il messaggio del Dude non è così sciocco come sembra.

Del resto, come disse una volta un dudeista convinto: “Non serve credere in qualcosa di assurdo. Basta smettere di prenderci troppo sul serio.”

Ascolta il nostro podcast sul Dudeismo

Se questo argomento ti ha incuriosito, ascolta il nostro nostro podcast: “La perdenza – L’Arte della Sconfitta“, con Adele Paolicelli.
Nella puntata “Lebowsky: il perdentismo come arte”, approfondiamo la storia, le contraddizioni e le risate dietro questa filosofia alternativa.
Disponibile su Spotify, Apple Podcast, YouTube e tutte le principali piattaforme di streaming.

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In copertina: illustrazione di Colin Cotterill. CC BY-NC-ND 3.0.