Il 15 agosto, in Italia, succede qualcosa di strano: qualunque sia il tuo credo, la tua età o il tuo lavoro, quel giorno non si lavora e si mangia in compagnia.
C’è chi lo passa in spiaggia, chi in montagna, chi in città a difendersi dal caldo con il ventilatore puntato. Ma perché proprio quella data? E perché ha un’aria così… rituale?
Capitolo 1 – L’imperatore come influencer
Torniamo al 18 a.C. L’imperatore Ottaviano Augusto, fresco di riforma del calendario e pieno di entusiasmo per il suo brand personale, inventa le Feriae Augusti.
Non era un’uscita casuale: il Ferragosto era un modo per celebrare il raccolto, concedere riposo ai lavoratori e soprattutto ricordare a tutti chi era il capo.
Immagina manifesti con scritto: “Buon Ferragosto… offerto da Augusto”.
Un’operazione di marketing politico ante litteram, con tanto di parate, corse di cavalli e festeggiamenti di piazza.
Capitolo 2 – Dal trono celeste
Quando il cristianesimo prende piede, la data non viene cancellata: viene battezzata.
Il 15 agosto diventa la festa dell’Assunzione di Maria, celebrazione di una donna che, secondo la tradizione cattolica, viene portata in cielo in anima e corpo.
Una festa che parla di speranza, eternità e rinascita… ma che eredita anche il lato festaiolo del Ferragosto romano.
Il messaggio cambia, il bisogno di ritrovarsi e celebrare insieme resta identico.
Capitolo 3 – L’era del lettino e della salsiccia
Arriviamo al Novecento, soprattutto al boom economico: nascono le ferie pagate, le vacanze di massa, il turismo organizzato.
Ferragosto diventa il capodanno dell’estate: si crea la tradizione dei grandi pranzi collettivi, accompagnate da grigliate in cortile o in spiaggia e viaggi last minute verso il mare o la montagna.
I falò sostituiscono gli altari, le sdraio i troni, i gavettoni si sostituiscono alle processioni d’acqua benedetta.
Il tutto condito da un clima di “devo esserci per forza, è Ferragosto!”.
Riti che restano
Che si tratti di Augusto, di Maria o del vicino di ombrellone, il 15 agosto risponde a un bisogno antico: fermare il tempo e stare insieme.
In ogni epoca c’è un leader o una figura simbolica, c’è un pasto collettivo e c’è anche un elemento spettacolare (come la processione, o i fuochi d’artificio).
Ferragosto è un rito di appartenenza e sospensione, travestito da vacanza.
Ferragosto oggi: sacro, profano e pop
Oggi Ferragosto è una festa “laica” che però porta addosso la stratificazione di duemila anni di storia. C’è il lato sacro (messa, processioni, feste patronali), quello sociale (pranzi e viaggi), e quello totalmente pop (DJ set sulla spiaggia, sagre e maratone di film).
E se ci pensi, ogni versione ha in comune la stessa cosa: creare un momento che ci fa sentire parte di qualcosa di più grande.
Ferragosto ci ricorda che le feste sono resilienti: possono cambiare nome, volto, significato, ma non muoiono finché rispondono a bisogni umani profondi.
Oggi, mentre mordi una salsiccia o guardi i fuochi d’artificio, stai partecipando – forse senza saperlo – a un rito iniziato duemila anni fa.
E se Augusto potesse vederci, probabilmente posterebbe una Storia su Instagram con scritto:
#Ferragosto #SempreAugusto
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